Dove c’è disuguaglianza c’è tanta rabbia, troppa paura, poca pace e molta infelicità. Il covid ha reso ancora più evidente la cultura della disuguaglianza in cui siamo immersi nella quale spesso si chiama merito la fortuna di essere nati nella famiglia giusta, di aver fatto l’incontro giusto o di aver sviluppato le passioni giuste. L’eredità e i contatti umani di cui si può disporre, infatti, hanno un peso determinante sulla posizione sociale e sulla qualità della vita che una persona riesce a raggiungere. La differenza di reddito, inoltre, si basa su un’attribuzione arbitraria di valore e non è quasi mai il risultato di uno sforzo maggiore di un singolo.
Dirigenti e medici arrivano anche a redditi annui di 100.000 euro, mentre chi lavora nel settore domestico e assistenziale (badanti, colf, baby sitter) spesso guadagna meno di 10.000 euro e il più delle volte non beneficia di un contratto regolare.
Anche se lo stipendio medio in Italia e’ di quasi 30 mila euro, il 67% dei lavoratori dipendenti percepisce uno stipendio inferiore a 31 mila euro e solo il 6,4% guadagna più di 40 mila euro.
Senti anche tu che in tutto questo c’è qualcosa che non va?